Torna potabile l’acqua distribuita dalla rete idrica comunale.

Revocato il divieto dell’uso a fini potabili. Livelli di clorazione nei limiti di legge

Il provvedimento che disponeva il divieto dell’uso a scopo potabile, se non previa ebollizione, dell’acqua erogata da tutta la rete idrica comunale è stato revocato con ordinanza del sindaco (n°61434 del 7 novembre 2018).

A seguito dei controlli nelle acque da utilizzare per la distribuzione idrica sia all’uscita dei serbatoi idrici che lungo la condotta di distribuzione comunale è emersa la presenza di cloro dei limiti di legge. Per tale ragione è stata disposta la revoca del divieto in quanto è garantita la regolare potabilizzazione delle acque immesse nella rete idrica.

 

 

 

LUfficio Stampa

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Franco Libero Belgiorno. Intellettuale a tutto tondo spiegato al Palacultura

Intellettuali e studiosi hanno tratteggiato il valore del personaggio

Una visione a tutto tondo quello che il pomeriggio di studio ha offerto in onore di Franco Libero Belgiorno ieri sera al cospetto di un nutrito uditorio nella sala “Salvatore Triberio” del Palacultura dove si sono alternati studiosi di tendenze diverse che hanno focalizzato l’immagine e il valore di un personaggio che ha scritto una storia importante nello scenario sociale e culturale della Modica degli anni ’60.
Un’operazione necessaria non solo per conoscere un uomo dai molteplici interessi, sconosciuto alle generazioni più recenti, ma per mappare il contesto sociale e culturale della Modica del suo tempo.
“Franco Libero Belgiorno, ha dichiarato il sindaco Ignazio Abbate nel suo saluto, è rimasto nella storia e nel patrimonio della città perché ha dato un contributo indelebile ancora vivo ai giorni nostri.
Basta pensare al Museo che ha fondato e che a lui è stato dedicato. Giudico importante averlo recuperato alla memoria perché si tratta di un’iniziativa che rende onore a chi veramente ha amato Modica”.
Una figura d’intellettuale, ha sottolineato Giovanni Di Stefano direttore onorario del Museo Civico, vero che ha contribuito alla crescita culturale della città in un’epoca non facile non soffrendo di quell’egoismo tipico di chi vuole fare le cose per se. E’ stato un antesignano della pubblicistica; ha fatto vivere il museo civico rendendolo pubblico. Una sorta di Piera Angela ante litteram. Un patrimonio che ancora conserviamo e che abbiamo avuto l’onore di arricchire.
“Una riscoperta quella di un intellettuale ancorato al suo passato, commenta Maria Monisteri, assessore alla Cultura, che è ancora oggi si fa presente atteso che molte espressioni alte della cultura modicana fanno leva sulle sue scoperte e i suoi studi. Giornalista, storico dell’arte, drammaturgo, romanziere di talento. Tutto questo patrimonio va non solo conservato ma reso fruibile alle giovani generazioni perché si tratta di riscoprire una delle identità più forti e interessanti della nostra Città”.
Franco Libero Belgiorno fa parte di quella schiera d’intellettuali che in modo diffuso ha saputo intercettare quella cultura alta rendendola fruibile ai livelli più bassi.
Precursore di una pubblicistica che affrontava la questione femminile, quelle delle lettere e delle arti nei giornali che dirigeva e dove si leggevano critiche di teatro di cinema di libri appena pubblicati.
Lo storico Giuseppe Barone ha contestualizzato il personaggio in un milieu familiare che ha dato un contributo alla storia della città. Il padre fu quel Don Ciccio Belgiorno, barbiere e profumiere, fondatore del socialismo a Modica.
E sul versante della pubblicistica si è soffermato il giornalista Giuseppe Calabrese illustrando con una documentazione puntuale l’intero curricula di un personaggio che s’impegnava per i giornali anglo americani del dopoguerra, per passare al Popolo di Roma, alla Gazzetta, al Messaggero, alla Voce di Ragusa per finire al Mattino di Modica giornale di grande attenzione per i temi dello sviluppo socio economico della città. Riflessioni a parte quando fu nominato direttore dell’aeroporto di Comiso e poi candidato a diventarlo per quello di Roma e di Pisa ai quali rinunciò per non allontanarsi dalla propria città.
Nel 1955 pubblicò forse il testo per il quale da sempre F.L. Belgiorno è maggiormente ricordato: “Modica e le sue chiese dalle origini del cristianesimo ad oggi”. Lo storico dell’arte Paolo Nifosì ha confermato che si tratta di un’opera importante in quanto fa un’analisi dell’architettura ecclesiale della città con un metodo singolare: da un lato la descrizione della chiesa pubblicata in corsivo e dall’altra con carattere diverso la storia del monumento. Il valore dell’opera è che ancora oggi le cose scritte da F.L. Belgiorno sono le sole cose scritte: c’è stata una disattenzione per tutta l’architettura dell’ottocento che a Modica è dominante. La pubblicazione poi fa un’incursione dettagliata con la descrizione delle chiese minori che rimane una guida attuale e attenta per chi vuole intraprendere un’indagine in questa direzione.
Ad indagare l’universo letterario di B.L.Belgiorno la scrittrice e docente, Lucia Trombadore attraverso l’analisi di due opere: “La saga degli uomini persi” pubblicato a Milano nel 1935 e “La casa rossa di Portomarranco” del 1949. Due romanzi dove s’intrecciano le passioni e le debolezze umane che l’autore sa narrare con sagace attenzione. La relatrice fa emergere il pathos dell’opera letteraria accostandola con più fortunate pubblicazioni che si richiamano a Gabriele D’Annunzio e a Luigi Pirandello.
Il pomeriggio di studio si è avvalso anche dalla recitazione dell’attore Marcello sarta che ha letto alcuni brani tratti da “La Casa Rossa di Portomarranco” accompagnato al pianoforte da Andrea Cannata. Esposte nell’aula quattro grafiche di Giusy Tuè ispirate al romanzo.
Alla fine Georgia e Donatello Belgiorno hanno avuto modo di ringraziare il pubblico rendendolo partecipe di alcune testimonianze del loro rapporto con il padre.

L’Ufficio Stampa

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Presentati in conferenza stampa i temi della giornata di studio su F.L. Belgiorno

L’evento sabato 10 novembre. Storici, giornalisti e letterari ne parleranno al Palacultura

“Franco Libero Belgiorno, oltre il museo” è il tema di una giornata di studi dedicata al giornalista, allo scrittore, al romanziere, all’archeologo che fondò il Museo civico a lui intitolato.

Una giornata di studi che si terrà sabato 10 novembre p.v. alle ore 17.00 nella sala “Salvatore Triberio” del Palacultura organizzata dal Comune (Assessorato alla Cultura), dall’associazione Culturale “Arca Sicula” e dal Museo Civico comunale.

I temi della giornata sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, il prof. Giovanni Di Stefano, archeologo e direttore onorario del Museo Civico “F.L. Belgiorno”, l’assessore alla Cultura Maria Monisteri e Giorgia Belgiorno, operatrice culturale e figlia dell’intellettuale scomparso.

“Quello di sabato, commenta il prof. Giovanni Di Stefano, è un vero evento perché si discetterà su un intellettuale che è stato, nell’epoca vissuta, al centro della storia della Città. Uomo di grandi risorse è stato quello, che con un’azione illuminata, fondò il Museo Civico pubblico trasferendo i reperti dall’Istituto tecnico Commerciale in una sede dell’ente sistemando e raggruppando una collezione tra le più importanti della Sicilia orientale. Vale questa ragione per essere orgogliosi di avere dato vita a questa iniziativa”.

La giornata di studio si svilupperà con una serie di interventi che daranno una prospettiva a tutto tondo della produzione culturale di F.L. Belgiorno.

Ne parleranno: l’archeologo Giovanni Di Stefano, lo storico Giuseppe Barone, il giornalista e scrittore Giuseppe Calabrese, lo storico dell’arte, Paolo Nifosì e la prof.ssa Lucia Trombadore.

“L’evento mi carica di un’emozione forte, dichiara Giorgia Belgiorno, avevo sedici anni quando mio padre è morto e i miei ricordi sono legati alla sua attività all’interno del Museo Civico con quelle sale piene di oggetti con quell’odore di antico. Unici i miei dialoghi con mio padre fatti di silenzi e di complici intese. Ringrazio quanti hanno reso possibile la realizzazione di questo evento.

La giornata di studio si caratterizzerà con due intermezzi di recitazione da parte dell’attore Marcello Sarta, con il commento musicale del giovane Andrea Cannata di alcuni brani tratti dal romanzo di F.L.Belgiorno “La casa rossa di Portomarranco” e un’esposizione di grafiche ispirate dalla narrazione dell’opera di Giusy Tuè.

“Questa importante iniziativa, commenta l’assessore Maria Monisteri, si inquadra nelle scelte che questa amministrazione ha inteso operare nel recupero della storia della città attraverso l’opera e l’attività di intellettuali modicani. Ricordare Franco Libero Belgiorno vuole dire schiudere lo scenario culturale artistico della città degli anni sessanta di cui lui è stato sicuro protagonista.

E’ come accendere la luce su un contesto storico molto ricco di iniziative culturali le cui produzioni sono giunte sino a noi che abbiamo oggi il compito di conservarle e arricchirle”.

 

 

L’Ufficio Stampa

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