Dibattito sulla mancata assegnazione della “Bandiera Blu” alla città di Modica
Presenti quattordici consiglieri, i lavori d’aula si aprono con la question time che vede in scaletta quattro interrogazioni.
Assenti due consiglieri comunali come annunciato da comunicazione alla presidenza (Ivana Castello e Girolamo Carpentieri) ragion per cui le interrogazioni si riducono ad una sola, quella a firma del consigliere Marcello Medica. Sul secondo punto (approvazione del regolamento per la destinazione dei finanziamenti regionali, con forme di democrazia partecipata) sono stati presentati oggi degli emendamenti sostanziali (da parte dei consiglieri Agosta e Medica) e per tale ragione il segretario generale in una nota ha rilevato che non può valutarli oggi stesso e quindi esprimere il parere in giornata e quindi il Presidente del consiglio propone il rinvio del punto, che con il consenso dei consiglieri presenti, viene postcipato al prossimo consiglio comunale
L’interrogazione del consigliere Medica riguarda la mancata assegnazione della “Bandiera Blu 2000” da parte della FEE Foundation for Environmental Education) Italia alle spiagge di Marina di Modica e Maganuco.
L’interrogante fa riferimento al fatto che delle otto assegnate in Sicilia (in Italia sono 407 spiagge) tre sono state assegnate a Ragusa, Pozzallo e Ispica. Modica che lo scorso anno aveva concorso non ha centrato l’obiettivo. Il consigliere Medica ricorda che il direttore esecutivo del contratto dr. Dario Modica e l’assessore all’ecologia Pietro Lorefice hanno partecipato all’incontro tecnico per l’assegnazione della “Bandiera Blu 2020” e che questa viene assegnata sulla scorta di severi criteri di valutazione che tiene conto della salubrità dell’ambiente, delle acque soprattutto quelle reflue e della rete fognaria e poi ancora sulle regole che disciplinano le spiagge a cominciare dalla raccolta differenziata dei rifiuti.
L’interrogante chiede di sapere per quale ragione a Marina di Modica e Maganuco non è stata assegnata la “Bandiera Blù 2020”; quali sono state le criticità all’interno del protocollo che prevede il rispetto di ben 33 punti importanti e infine cosa sta mettendo in campo l’amministrazione comunale per rimediare a questa ennesima esclusione da questo obiettivo in vista del prossimo riconoscimento nel 2021.
La replica è dell’assessore all’Ecologia Pietro Lorefice valuta che il Comune ha fatto tutto quello che c’era da fare; in fatti sono stati soddisfatti tutti i trentatré punti ovvero i criteri per ottenerla. Contesta il modo con cui alcuni comuni hanno ottenuto la “Bandiera Blu”. Precisa che le acque di Maganuco sono le stesse di quelle di Pozzallo. L’impianto di depurazione di acque reflue opera sia per Pozzallo che per le spiaggia di Maganuco.
Pur sollecitando una risposta sui parametri sulla salubrità delle nostre acque non si è registrata alcuna risposta. Il Comune di Modica vanta tutti i parametri per avere la Bandiera Blu; tanto che a Roma è stata perorata questa causa atteso che l’organizzazione ha richiesto, come punto di vantaggio, la presenza dell’assessore e del tecnico così come è stato fatto. Non c’è nei fatti una motivazione per la quale Modica è stata esclusa da quest’obiettivo.
Non si comprende, infatti, com’è assegnata a Pozzallo e non a Maganuco che è una frazione limitrofa al comune marinaro. Peraltro evidenzia l’assessore Lorefice che non si rilevano contestazioni o manchevolezze, alle quali si darebbe rapida risposta. Gli atti che giustificano l’assegnazione a Ragusa, Pozzallo e Ispica non sono pubblici e quindi non si capisce com’è elaborata l’assegnazione stessa.
Quindi non si comprendono le ragioni per le quali il Comune di Modica non riesce ad ottenere l’assegnazione e comunque si impegna affinché Modica possa ottenere la “Bandiera Blu”. Forse non ha santi in paradiso.
Il tecnico che ha seguito la pratica, il dr. Dario Modica, fa una cronistoria dell’istruttoria che ha caratterizzato la pratica per ottenere l’assegnazione della “Bandiera Blu” sostenendo che per il 2019 la domanda è stata presentata nei termini previsti e la comunicazione del diniego non è arrivata in modo ufficiale ma si è saputa per altre vie. Sollecitando il soggetto assegnatore circa il motivo dell’esclusione, nessuna risposta è pervenuta.
Per il 2020 è giunto un report che riguardava una correzione concernente, la pratica dell’anno precedente. Cosa incomprensibile.
Il Comune ha poi attuato tutta una serie di azioni che hanno soddisfatto quanto richiesto punto per punto.
Ad oggi non ci si raccapezza sui motivi dell’esclusione. Sono stati richiesti ufficialmente gli atti che hanno consentito agli altri comuni della provincia di avere l’assegnazione. Nessuna risposta, né tantomeno il punteggio concretizzato dal Comune. L’ufficio ha contestato questo stato di cose con nota ufficiale.
Contesta poi come parametro di vantaggio la presenza a Roma nella riunione tecnica per l’assegnazione come invece è indicato dal soggetto assegnatore.
L’interrogante valuta che i cittadini avevano il diritto di essere informati sulle cause dell’esclusione e allora sarebbe stato conveniente informarli dello stato delle cose attraverso un comunicato stampa.
Il consigliere mette a disposizione le sue relazioni a livello nazionale per fare chiarezza.
A questo punto sarebbe utile partecipare all’assegnazione della bandiera Lilla che è data per le condizioni di fruibilità delle spiagge per i diversamente abili che è obiettivo più prestigioso.
Si passa alla discussione dell’ultimo punto posto all’ordine del giorno, ovvero la mozione presentata da sei consiglieri di minoranza (Medica, Agosta,Spadaro,Castello,Poidomani e Cavallino) avente ad oggetto le riprese televisive delle sedute consiliari, la loro messa in onda pure in diretta streaming in differita e caricamento su piattaforma anche social.
La mozione è illustrata dal consigliere Giovanni Spadaro. Essa è utile a garantire l’informazione dei cittadini in ordine all’attività dei loro rappresentanti eletti in seno al civico consesso e parimenti favorire la partecipazione al fine di alimentar il loro interesse verso la “cosa pubblica”.
La mozione impegna il sindaco a stipulare la nuova convenzione, prevedendo la relativa somma occorrente, inserendo anche la messa in onda in diretta streaming, in differita e comunque la loro disponibilità anche su una piattaforma social al fine di favorire a chi ne abbia interesse la più ampia diffusione dei lavori del consiglio comunale.
Il vice sindaco Rosario Viola valuta che su questo argomento c’è il consenso dell’amministrazione perché il rapporto tra ente cittadini sia trasparente.
L’amministrazione ritiene che la questione vada tecnicamente studiata in ordine ai tempi di diffusione e alle procedure attuative che consentono la diretta streaming. Si chiede un lasso di tempo di massimo venti giorni per valutare le questioni tecniche per concretizzare questo obiettivo. Chiede ai consiglieri di minoranza di rimandare e quindi ritirare questa mozione.
La consigliera Rita Floridia ritiene che non abbia senso questa mozione. I lavori del consiglio sono pubblicizzati e sono anche d’accordo con lo streaming ma valuta che le sedute possano invece andare sul sito istituzionale del comune. Dichiara un voto di astensione
Il consigliere Tato Cavallino è da tempo che si occupa di questo argomento come espressione di democrazia e di trasparenza con i cittadini. Su quest’argomento, nonostante gli impegni sulla trasmissione via streaming, l’amministrazione sinora non l’ha concretizzata. Vista la scadenza si poteva predisporre un nuovo bando per tempo e inserire insieme alla ripresa del consiglio, lo streaming delle sedute del civico consesso.
Se è una questione di tempi si dichiara d’accordo concederli ma purché si arrivi ad una soluzione dando questo servizio alla città.
Il consigliere Marcello Medica si dichiara d’accordo con il consigliere Cavallino. Rileva che la differita delle riprese del consiglio non c’è più. Una volta i lavori andavano sul canale principale della televisione che curava il servizio. Si può intanto riprendere la differita delle riprese delle sedute nelle more di valutare i sistemi tecnici per lo streaming. Si dichiara disponibile a ritirare il punto a condizione che tra venti giorni si mettano in atto le condizioni per garantire la diffusione via streaming
La consigliera Lucia Ingarao si dichiara contraria allo streaming perché valuta che nel consiglio a volte si degenera e quindi questo strumento accentua questo modo di esprimersi e di essere rappresentati.
Per rendere partecipi i cittadini ci sono altri strumenti: il sito istituzionale, le sedute pubbliche del consiglio comunale. Annuncia il voto contrario alla mozione.
Il consigliere Filippo Agosta evidenzia che tutti sono d’accordo e poi nei fatti le proposte delle minoranze non sono accolte: voto contrario o astensione. Lo streaming è uno strumento immediato a beneficio di chi fisicamente non può essere presente in aula. La necessità è quella di far tornare ad interessare i cittadini alla politica. Quest’amministrazione non ha alcun interesse a coinvolgere la cittadinanza. Non ci sono motivazioni perché ci si debba astenere o votare contro atteso che lo streaming è uno strumento di trasparenza.
Il consigliere Giovanni Spadaro rileva che a parte la consigliera Ingarao sono tutti d’accordo. Il contratto di ripresa è scaduto e Video Regione opera in proroga sino al 31 dicembre di quest’anno. L’amministrazione poteva fare un bando nei tempi previsti. Si dichiara disposto a ritirare la mozione prendendo per buone le parole del Vice Sindaco. Bisogna però saper quando ci sarà il bando perché ci sono cinque mesi prima della scadenza della proroga.
La consigliera Federica Puglisi che si associa alla consigliera Ingarao aggiungendo che la mozione è il solito motivo per dire che la maggioranza non accoglie le proposte della minoranza che fa la vittima; poi lo streaming ha un costo. Quindi preferisce la diretta televisiva. Chi ha interesse a conoscere gli atti li può facilmente consultare.
Il Vice Sindaco Viola prende atto della volontà di ritirare la mozione come indicato dal consigliere Giovanni Spadaro. Ribadisce che l’amministrazione non è contraria allo streaming però chiede il tempo necessario per andare a comprendere alcuni aspetti della questione.
Rispondendo al consigliere Agosta sostiene che non sono contrari all’attività delle consulte; non certamente favorevole alle consulte regolate con discipline troppo datate nel tempo e che quindi i loro statuti vanno modificati.
Il consigliere Giovanni Spadaro in nome dei firmatari vuole operare un’apertura di credito ritirando la mozione nella speranza che l’amministrazione li renderà edotte sulle procedure che intenderà attuare.
Il presidente Minioto prende impegno con il consiglio per un’interlocuzione costante con l’amministrazione sull’argomento.
Esaurito l’ordine del giorno il Presidente Minioto scioglie la seduta.
L’Ufficio Stampa