Con la posa in opera delle “Pietre d’inciampo” si sono conclude le iniziative per il “Giorno della Memoria”.

Un simbolo perenne per non dimenticare

Otto “Pietre d’Inciampo” che riportano, su una placca di ottone, i nomi di altrettanti cittadini nati a Modica o in città residenti deportati nei campi di sterminio nazisti. Si è conclusa così, ieri pomeriggio, con un sobria e sentita cerimonia promossa dal Comune il “Giorno della Memoria” nel marciapiede antistante la Biblioteca comunale “Salvatore Quasimodo” dove le “Pietre d’Inciampo” sono state sistemate. Iniziativa molto partecipata quella di adesione ad un progetto europeo promosso dalla Prefettura di Ragusa e che ha avuto la convinta adesione dell’amministrazione comunale presente con il vice sindaco, Rosario Viola, l’assessore alla Cultura Maria Monisteri e l’assessore al centro storico, Giorgio Belluardo. Presenti il dr. Gabriele Barbaro, capo di gabinetto della Prefetto di Ragusa, l’avv. Baruch Triolo, presidente della Charta delle Judeche di Sicilia ( che ha dato la sua testimonianza di un popolo vittima feroce di un olocausto che non può mai essere dimenticato), rappresentanti delle autorità civili e militati nonché delle forze dell’ordine, una delegazione dei Marines degli USA con il responsabile della comunicazione della Base aerea di Sigonella, Alberto Lunetta e i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e dell’Arma dei carabinieri e una folta presenza dei familiari delle vittime di guerra. Dopo il saluto in nome dell’amministrazione del vice sindaco che ha rimarcato i valori della pace e della tolleranza che sono fondamentali per garantire la civile convivenza lontana dalle guerre e dai genocidi, l’assessore Maria Monisteri ha così commentato: “La scelta del luogo per la posa in opere delle ”Pietre d’Inciampo” non è casuale. Sotto la Biblioteca comunale cioè in uno spazio dove si produce e si diffonde cultura e dove la memoria per quello che siamo stati è valore insostituibile per raccontare alle giovani generazioni qual è il costo della libertà e della giustizia sociale. Non c’è democrazia senza eguaglianza! I nostri concittadini che hanno pagato con il prezzo più alto hanno offerto un contributo incommensurabile per assicurare un futuro alla pace e alla convivenza civile  tra i popoli. Ed è per tale ragione che lo sguardo di ognuno di noi verso quelle pietre ci ricordi una storia che non dobbiamo mai dimenticare.” Vogliamo ancora ricordare i nomi incisi nelle piastrine 10 x 10 sulle “Pietre d’Inciampo: Giorgio Avola (nato il 20 aprile 1923); Carmelo Albani; Giuseppe Cannella ( nato il 13 gennaio 1901); Calogero Modica (nato il 2 ottobre del 1910);Giovanni Floridia (nato il 14 gennaio 1912); Domenico Pino (nato il 13 settembre 1902); Rosario Spadaro (nato il 31 agosto del 1918) e Giuseppe Stracquadanio (nato il 20 gennaio del 1917). La cerimonia ha registrato anche la lettura della lirica “Auschwitz” opera di Salvatore Quasimodo a cura dell’attore e regista Marcello Sarta, recitata in un momento di riflessione e di silenzio.     L’Ufficio Stampa

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Il Giorno della Memoria nella poesia “Auschwitz” di Salvatore Quasimodo.

Nel pomeriggio l’appuntamento con le “Pietre d’Inciampo”

Si è aperto stamani il programma della ricorrenza del “Giorno della Memoria” che come ogni anno si tiene il 27 gennaio, giorno in cui l’Armata Rossa entrò dai cancelli ad Auschwitz liberando il campo di sterminio tedesco.

Al Palacultura, nel Museo dedicato a Salvatore Quasimodo, le terze classi dell’istituto “E.Ciaceri” e del plesso Santa Marta hanno assistito alla recitazione della poesia “Auschwitz” del Nobel per la letteratura che fa parte della raccolta “Il falso e vero verde” anno 1954.

“E’ questa una occasione importante, commenta l’assessore Maria Monisteri, per sensibilizzare le giovani generazioni a conoscere una delle pagine più oscure della storia dell’umanità: quella dell’olocausto. La Sicilia, compresa Modica, ha dato il tragico contributo con cittadini deportati e reclusi nei campi di concentramento. E’ la ragione per la quale il Comune ha aderito all’iniziativa lanciata dalla Prefettura di Ragusa che con “Pietre d’Inciampo” che si terrà nello spazio adiacente la Biblioteca comunale “S. Quasimodo”; iniziativa che intende fermare la memoria su quanti hanno pagato il prezzo più alto come vittime di un assurdo genocidio.”

L’attore Marcello Sarta ha dato poi lettura di “Auschwitz” interpretata con profonda partecipazione e condivisione d’animo.

“Abbiamo voluto promuovere in luogo quasimodiano, commenta Giovanni Di Stefano direttore onorario del Museo “F.LBelgiorno”, la lettura di una poesia del Nobel che sa riassumere con grande senso della realtà il dramma di quella realtà. Quasimodo sembra parlare con qualcuno chiamandolo Amore, quasi a voler indicare una ribellione interiore del poeta che vuole imporre proprio l’unico elemento, l’unica emozione che non c’entra nulla con la realtà trattata. Una realtà assurdacolma di tristezza, di rabbia, d’incredulità. Da questo testo poetico si evince perfettamente lo stato d’animo dell’autore che sembra diventare un tutt’uno con le emozioni di chi, queste atrocità, le ha vissute in prima persona.”

Un altro momento dedicato alla recitazione di “Auschwitz” è avvenuto a Casa Quasimodo per l’organizzazione dell’associazione culturale “Proserpina”. Agli studenti del Liceo Classico della Città e del Circolo didattico di Pozzallo, l’attore Marcello Sarta ha interpretato il testo della poesia di Salvatore Quasimodo.

 

L’Ufficio Stampa

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L’Hydria del “Pittore di Modica” ritorna a casa. Pubblico entusiasta all’evento.

L’anfora era stata rinvenuta a Modica nel 1912 da un contadino

Bentornata “Hydria” dopo anni di assenza e di attesa. C’è voluta la mostra “Dei ed Eroi al Museo Civico” per ritrovare, di fronte ad un folto e qualificato pubblico incuriosito e attento e con gli occhi puntati, questa preziosa anfora greca del V sec A.C. che rappresenta una scena del “Giudizio di Paride” e attribuita al “Pittore di Modica”. La mostra inaugurata ieri sera al Palacultura ha dato l’occasione per visitare una stanza attrezzata che ospiterà da qui in avanti reperti per un tempo limitato e che si trovano sparsi in altri territori ma che sono stati ritrovati a suo tempo a Modica. “Finalmente Modica oggi potrà rivedere l’Hydria, commenta il dr. Calogero Rizzuto, Direttore dei Parco e del Museo archeologico di Siracusa, un’opera di grande valore archeologico che ritorna per essere ammirata anche se per un certo periodo nel luogo in cui fu rinvenuta.” L’anfora su ritrovata da un contadino mentre scavava in un apprezzamento di contrada Oreto-Gallinara nel 1912. Come ci racconta Giovanni Di Stefano, archeologo e direttore onorario del museo “F.L.Belgiorno”, passò in proprietà della famiglia di Clemente Grimaldi. L’archeologo Paolo Orsi, sulla scorta di questo ritrovamento, iniziò in sito degli scavi che fecero emergere una serie di tombe. “Da rilevare, sottolinea Giovanni Di Stefano, che all’interno dell’anfora furono ritrovate delle ceneri di ossa umane. Una cremazione ante litteram così com’era nell’uso che volessero i personaggi dell’elite di quel tempo una volta deceduti. L’Hydria probabilmente dovette contenere ceneri di qualche persona assai benestante, un massaro di altri tempi.” La sala è stata inaugurata all’assessore alla Cultura Maria Monisteri che esprime la sua soddisfazione per questo evento che “ci dà la possibilità di poter ammirare un reperto di così rara bellezza e fascino ed oggi esposto in un luogo che abbiamo volutamente destinare alle mostre temporanee; ovvero per la fruizione pubblica di tutti quei reperti che non si trovano a Modica ma ospitati in altri musei e che faranno, anche se temporaneamente, il loro ritorno in città. Stiamo lavorando alacremente per un altro evento di grande spessore archeologico.” La scena raffigurata nell’anfora, come già scritto, è il “Giudizio di Paride” e sulla quale si è soffermata la dr.ssa Giuseppina Monterosso archeologa del Museo Paolo Orsi di Siracusa. L’opera rappresenta una scena figurata con varie divinità, Era, Atena, Afrodite e con altri personaggi (Paride, Ermes) è un capolavoro della pittura vascolare della fine del V secolo A. C.

L’Hydria resterà al Museo archeologico del Palacultra per un periodo di sei mesi.

 

 

L’Ufficio Stampa

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